Bruchino Esploramondo Copertina blog

Bruchino Esploramondo

C’era una volta un piccolo bruco, che viveva
su una foglia di gelso e sognava di conoscere
il mondo. Ogni giorno il piccolo bruco scrutava
l’orizzonte con un piccolo binocolo azzurro,
sperando di vedere qualcosa di nuovo. Da
lassù, tuttavia, sembrava che nel prato, lì sotto,
succedessero sempre le stesse cose e lui
cominciava a sentirsi un po’ annoiato.

Il fatto è che il piccolo bruco non si era mai
spinto oltre la fogliolina dov’era nato. Con le
sue zampine corte non avrebbe potuto fare
molta strada. E poi lì dov’era, ben nascosto tra
le foglie, tutto sommato si sentiva al sicuro.
Temeva, se si fosse allontanato, di finire dritto
nel becco di qualche uccellino affamato. Di
uccelli ne passavano tanti lì intorno, e con le ali
spiegate nel vento sembravano godersela un
mondo…

Il piccolo bruco avrebbe dato qualunque cosa
per avere le ali come loro! Allora – pensava –
anche lui avrebbe spiccato il volo: sarebbe
sceso giù, fino al grande prato e finalmente
avrebbe potuto sentire il profumo dei fiori…

E poi, spingendosi un po’ più in là, avrebbe
potuto toccare l’acqua che sentiva scorrere
nel ruscello lì vicino e…giocare con le farfalle,
così belle, colorate, leggere e…libere di
andare ovunque avessero desiderato!
Un giorno in cui il piccolo bruco si sentiva triste,
l’albero di gelso gli parlò. “Piccolo bruco – gli
disse dolcemente – è venuto il tempo che tu ti
costruisca un bozzolo”!

“Un bozzolo??? Non ci penso neanche!”
rispose il bruchino, spaventato. “Mi sento già
stretto su questa foglia…figuriamoci se ho
voglia di chiudermi in uno spazio ancora più
piccolo! Almeno da qui posso vedere un po’ di
mondo: se mi chiudo in un bozzolo, non vedrò
più nulla!”
“Non sempre le cose sono come appaiono –
l’albero sussurrò – un giorno capirai…”
Ma il piccolo bruco era arrabbiato e non
vedeva proprio cosa ci fosse da capire. Un
bozzolo: solo l’idea gli faceva paura! Il
bruchino cercò in tutti i modi di scacciare da
sé questo pensiero fastidioso.

Presto, tuttavia, cominciò a sentirsi stanco,
sempre più stanco…talmente stanco che non
riusciva più a tenere gli occhi aperti. Allora
pensò che aveva proprio bisogno di un pisolino
e che, nel sonno, un riparo dal becco degli
uccellini gli sarebbe stato utile. Così a
malincuore appese il suo binocolo ad un
rametto e cominciò a tessere intorno a sé un
caldo bozzolo. Quando fu pronto, il piccolo
bruco ci si chiuse dentro e si addormentò.

Quando si risvegliò, si sentiva bene! Non
sapeva quanto tempo fosse passato, ma
aveva la sensazione di avere fatto bei sogni.
Era una bella giornata: il sole splendeva alto nel
cielo e con la sua luce faceva brillare tutti i
colori. Il piccolo bruco si guardò intorno e nel
farlo notò qualcosa di strano: qualcosa di
leggiadro e colorato proprio vicino a lui…molto
vicino a lui, a dire la verità…proprio attaccato
a lui! Il bruchino si stropicciò gli occhi e guardò
meglio. Non era un sogno: ciò che vedeva
erano…ali!!! Due bellissime ali dagli splendidi
colori cangianti.

Provò a toccarle e si accorse che erano
proprio le sue ali: gli erano spuntate nel sonno!
Erano così sottili…provò a muoverle piano, per
paura di sciuparle: ma le ali si dimostrarono
leggere quanto resistenti e subito vibrarono al
vento, ansiose di volare. Il Bruchino sussultò di
una gioia incontenibile: “Sono…una
farfallaaa!
” gridò.

Proprio così. Nel calore del bozzolo, il Piccolo
Bruco si era trasformato in una meravigliosa
Farfalla, che ora si accingeva a spiccare il volo.
“Ora ho capito, non sempre le cose sono come
sembrano…grazie per la tua saggezza!!!” gridò
la Farfalla rivolta verso l’albero, mentre per la
prima volta nella sua vita lasciava la foglia su
cui era cresciuta. L’albero sorrise, nel modo
segreto degli alberi, e lo salutò agitando
dolcemente le sue foglie.

La Farfalla prese il volo: raggiunse il prato e si
inebriò al profumo dei fiori, giocò a rincorrersi
con una coccinella fino a perdere il fiato e
andò a posarsi sulla riva del ruscello, dove si
lasciò rinfrescare dagli spruzzi dell’acqua.
Continuò così fino a sera.

Al calare del sole la giovane Farfalla si sentì
stanca.
Allora tornò a ripararsi tra i rami dell’Albero, e
trovò la foglia che era stata la sua casa. La
riconobbe perché c’era un piccolo binocolo
azzurro appeso a un rametto, lì vicino.

Si avvolse nelle ali come in un bozzolo,
ricordandosi di quando era bruco. Pensò a
tutte le cose nuove che aveva visto e fatto da
quando aveva le ali. E si addormentò felice,
pensando: domani scoprirò un altro pezzetto di mondo!

Quello che il bruco chiama “fine del mondo”, il
resto del mondo chiama “farfalla”.
(Lao Tse)

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